IL MONITORAGGIO DELLE ACQUE SUPERFICIALI Metodiche di rilevamento La valutazione dei potenziali effetti indotti sul comparto idrico superficiale dalla costruzione dell’ampliamento autostradale, avverrà attraverso l’analisi e il confronto dei dati di monitoraggio raccolti prima, durante e dopo la realizzazione dell’opera, con riferimento al quadro evolutivo dei fenomeni naturali aggiornato nel corso delle indagini. Verrà fatto riferimento agli indicatori specifici descritti nel seguito, la cui interpretazione sarà comunque sempre riferita al quadro di qualità ambientale complessivo. Nella fase di monitoraggio ante operam verrà effettuato un numero di campagne di misura tali da fornire una caratterizzazione significativa dello stato quali-quantitativo dei corsi d’acqua potenzialmente interessati dalle lavorazioni, con le relative fluttuazioni stagionali. Nella fase di corso d’opera le campagne di misura verranno eseguite con la stessa frequenza prevista per la fase precedente, in modo da poter evidenziare eventuali modifiche ed alterazioni. Le specifiche relative all’esecuzione delle indagini, con il dettaglio delle frequenze e della distribuzione di metodiche e analisi, verranno descritte in modo dettagliato ed esaustivo nei paragrafi seguenti. Le attività di monitoraggio prevedono controlli mirati all’accertamento dello stato quali-quantitativo delle risorse idriche superficiali. Tali controlli consistono in indagini del seguente tipo: • Indagini quantitative: misure di portata, livelli idrometrici e misure di trasporto solido in sospensione; • Indagini qualitative: specifici parametri chimico-fisici, chimici e batteriologici; • Indagini qualitative: caratterizzazione fisica, chimica e granulometrica dei sedimenti fluviali; • Monitoraggio in continuo tramite specifiche stazioni di misura. Indagini quantitative Il monitoraggio quantitativo è mirato alla contestualizzazione dei valori provenienti dalle analisi qualitative chimiche, fisiche e batteriologiche; verranno rilevati i seguenti parametri:
Portata È il parametro che quantifica l’entità dei deflussi, fornendo un dato che può essere messo in relazione sia al quadro di riferimento del regime idrologico del corso d’acqua, sia ai parametri chimico-fisici di qualità dell’acqua per valutare l’entità dei carichi di inquinanti che defluiscono nella sezione di controllo (dato essenziale per la stima di bilanci di inquinanti nella rete idrografica). Nelle campagne di misura la rilevazione della portata verrà eseguita effettuando misure correntometriche. Tali misure potranno essere eseguite sia utilizzando mulinelli, provvisti di un set di eliche, idonee per misure in qualsiasi condizione di velocità, sia con strumentazione doppler (correntometro doppler). Secondo il principio di Doppler quando una sorgente sonora si muove rispetto ad un ricevente fermo, avviene uno spostamento della frequenza sonora fra trasmittente e ricevente. Il correntometro usa il principio Doppler, misurando lo spostamento di frequenza del suono riflesso dalle particelle della sostanza in sospensione. Quando necessario le sezioni di misura verranno predisposte al rilievo eseguendo la pulizia del fondo e delle sponde, regolarizzando il più possibile le condizioni di flusso, attrezzando le sponde o i manufatti esistenti per applicare i dispositivi di supporto e di calata. Sulla stessa sezione fluviale, nel caso di misure ripetute in periodi diversi, verranno per quanto possibile mantenute metodiche e condizioni di misura analoghe, per favorire la confrontabilità dei dati. Il calcolo della portata e dell’errore relativo viene eseguito applicando il principio "velocità x area" con il metodo della doppia integrazione conforme alle indicazioni della Norma ISO 748-1997 "Mesure de débit des liquides dans les canaux découverts - Méthodes d'exploration du champ des vitesses".
Livello idrometrico La misura del livello idrometrico viene eseguita mediante lettura diretta di aste idrometriche o mediante rilievo della distanza del pelo libero da un riferimento altimetrico fisso predefinito sulla sezione di misura. Questo parametro viene rilevato con la finalità di caratterizzare lo stato idrologico-idraulico del corso d’acqua o di eseguire la taratura di rilevatori strumentali. Il livello idrometrico fornisce l’informazione più diretta dello stato di deflusso in una sezione di controllo del corso d’acqua. Nel corso delle campagne di misura viene rilevato rispetto a riferimenti fissi. Il dato di livello viene associato alla portata e agli altri parametri idraulici per rappresentare le variazioni nelle caratteristiche fondamentali del deflusso rilevabili nel corso di campagne di misura successive. Nelle sezioni finalizzate al controllo delle potenziali interferenze tra lo scavo delle gallerie e i corsi d’acqua superficiali, la corrispondenza tra livello idrometrico e portata viene espressa mediante le scale di deflusso (curve livello/portata), che rappresentano le funzioni di taratura idraulica dei siti di monitoraggio. Utilizzando le scale di deflusso, opportunamente aggiornate ed estese ai campi di portata di interesse, è possibile eseguire una valutazione indiretta della portata defluente attraverso la lettura del livello idrometrico.
Trasporto solido in sospensione Il trasporto solido in sospensione rappresenta un dato quantitativo importante per valutare, in associazione con le informazioni qualitative fornite dalla torbidità e dalla concentrazione di sostanze solide in sospensione, le alterazioni rispetto allo stato di riferimento naturale producibili in modo diretto da lavorazioni di cantiere e in modo indiretto da sistemazioni idrauliche, che comportino variazioni nei campi di velocità di deflusso, da sistemazioni idrogeologiche o comunque da interventi sul territorio che comportino un incremento della erodibilità dei suoli. Il valore del carico solido in sospensione si ottiene dal prodotto della velocità di flusso per la concentrazione di sostanze solide. La misura viene eseguita per punti, rilevando i valori delle velocità puntuali mediante correntometro e prelevando contestualmente i campioni di torbida per la determinazione della concentrazione di sostanze in sospensione. Attraverso un processo di doppia integrazione dei profili “velocità x concentrazione” su ogni verticale di misura e della distribuzione dei valori medi in senso orizzontale, si ottiene il dato del carico solido. Va fatto riferimento alla Norma Tecnica sotto descritta, alla quale va aggiunta la norma ISO 4363-1997 "Mesure de débit des liquides dans les canaux découverts. Méthodes de mesurages des sédiments en suspension" per le misure di portata correntometriche. I prelievi di torbida vanno eseguiti per punti, facendo riferimento alle stesse verticali di misura correntometriche (o a un sottoinsieme delle stesse). La distribuzione di punti di campionamento sulle verticali tiene conto della necessità di disporre dei dati estremi (superficie e fondo) per le elaborazioni e della maggiore variabilità della concentrazione di solidi sospesi nella parte bassa della sezione. Le operazioni di campionamento vengono eseguite immediatamente dopo la misura correntometrica, in modo da disporre del quadro completo della geometria della sezione e della distribuzione del flusso. I campioni di torbida vengono trattati in laboratorio per determinare la concentrazione di solidi sospesi con una delle due procedure alternative sotto indicate. a) Concentrazione di materiale in sospensione elevata (> 500 mg/l) • misura del volume del campione (cilindro graduato); • addensamento in cono Imhoff; • essiccamento a 105 ° C; • pesatura del materiale essiccato; • calcolo della concentrazione. b) Concentrazione di materiale in sospensione medio bassa (< 500 mg/l) • misura del volume del campione (cilindro graduato); • condizionamento in stufa delle membrane di filtrazione in nitrato di cellulosa (diametro 4.7 cm, porosità 0.45 um) e pesatura del bianco; • filtrazione del campione su membrana sotto vuoto; • essiccamento in stufa a 105 °C; • pesatura della membrana; • determinazione del peso netto e calcolo della concentrazione. Se il carico torbido è elevato, vengono praticate in alternativa le altre metodiche previste dalle Normative, tenendo presenti i limiti di significatività. In funzione della posizione dei punti di campionamento e delle relative concentrazioni di solidi in sospensione determinate in laboratorio, vengono calcolati i profili di concentrazione lungo le verticali ed eseguiti i prodotti dei profili di velocità (determinati con la procedura di calcolo descritta per l’elaborazione delle misure correntometriche) per i corrispondenti profili di concentrazione. Quindi viene sviluppata l’integrazione in senso verticale e orizzontale dei profili ottenuti, per ottenere il dato del carico solido. A differenza delle misure delle portate liquide, per la misura del trasporto solido in sospensione non è possibile arrivare a una valutazione oggettiva dell'errore globale della misura, in quanto gli elementi conoscitivi reperibili, relativi ad alcuni dei parametri di errore (in particolare n° di verticali e n° di punti), si riferiscono a osservazioni sperimentali svolte solo su alcune tipologie di alveo specifiche (corsi d’acqua del Nord Europa). Indagini qualitative Le procedure di campionamento ed analisi da applicare per il monitoraggio dei parametri chimico-fisici e batteriologici faranno integralmente riferimento alla normativa tecnica sotto indicata. • Norme IRSA-CNR • Norme UNICHIM-UNI • Norme ISO • ISO 5667-1/1980 (Guidance on the design of sampling programmes); • ISO 5667-2/1991 (Guidance on sampling techniques); • ISO 5667-3/1985 (Guidance on the preservation and handling of samples); • ISO 5667-10/1992 (Guidance on sampling of waste waters); • ISO/TC 147 (Water quality); • ISO Standards compendium-enviroment/water quality. Parametri chimico-fisici I parametri chimico-fisici potranno fornire un’indicazione generale sullo stato di qualità delle acque dei corsi d’acqua preesistente l’inizio dei lavori ed in relazione alle problematiche di interferenza con le opere autostradali in costruzione. Verranno rilevati i seguenti parametri: • Temperatura • pH • Conducibilità elettrica • Ossigeno disciolto • Solidi Sospesi Totali Nelle acque superficiali il pH è caratterizzato da variazioni giornaliere e stagionali, ma anche dal rilascio di scarichi di sostanze acide e/o basiche; la conducibilità elettrica specifica esprime il contenuto di sali disciolti ed è strettamente correlata al grado di mineralizzazione e quindi della solubilità delle rocce a contatto con le acque; brusche variazioni di conducibilità possono evidenziare la presenza di inquinamenti. La concentrazione dell’ossigeno disciolto dipende da diversi fattori naturali, tra i quali la pressione parziale in atmosfera, la temperatura, la salinità, l’azione fotosintetica, le condizioni cinetiche di deflusso. Brusche variazioni di ossigeno disciolto possono essere correlate a scarichi civili, industriali e agricoli. Una carenza di ossigeno indica la presenza di quantità di sostanza organica o di sostanze inorganiche riducenti. La solubilità dell’ossigeno è in funzione della temperatura e della pressione barometrica; pertanto, i risultati analitici devono essere riferiti al valore di saturazione caratteristico delle condizioni effettive registrate al momento del prelievo. La presenza di organismi fotosintetici: (alghe, periphyton e macrofite acquatiche) influenza il valore di saturazione di ossigeno, comportando potenziali condizioni di ipersaturazione nelle ore diurne e di debito di ossigeno in quelle notturne. I solidi in sospensione totali sono indicativi, eventualmente in associazione con la torbidità rilevata strumentalmente e con la misura del trasporto solido in sospensione, di potenziali alterazioni riconducibili ad attività dirette di cantiere o a interventi in grado di alterare il regime delle velocità di flusso in alveo o l’erodibilità del suolo (sistemazioni idrauliche, aree di cantiere, di cava o discarica; sistemazioni idrogeologiche, dissesti ecc.). L’entità e la durata di concentrazioni acute di solidi in sospensione ha ripercussioni sulla qualità degli habitat per macroinvertebrati e fauna ittica. Parametri chimici e microbiologici acque Le analisi chimiche e microbiologiche daranno indicazione delle eventuali interferenze tra le lavorazioni in atto ed il chimismo e la carica batteriologica di “bianco” dei corsi d’acqua. Verranno analizzati parametri tipicamente legati ai fenomeni di inquinamento da traffico veicolare, fra cui i metalli pesanti e parametri maggiormente legati ad eventuali impatti con le lavorazioni, come attività di macchine operatrici di cantiere, sversamenti e scarichi accidentali, lavaggio di cisterne e automezzi, getti e opere in calcestruzzo, dilavamento di piazzali, presenza di campi e cantieri. Verranno rilevati i seguenti parametri: • C.O.D. • Idrocarburi totali • Idrocarburi Policiclici Aromatici • Cromo totale • Nichel • Zinco • Cadmio • Cloruri • Solfati • Calcio • Alluminio • Nitrati • Nitriti • Ammoniaca • BOD5 • Escherichia coli Il C.O.D. esprime la quantità di ossigeno consumata per l’ossidazione chimica delle sostanze organiche e inorganiche presenti nell’acqua; elevati valori di COD possono essere indice della presenza di scarichi domestici, zootecnici e industriali. I cloruri sono sempre presenti nelle acque in quanto possono avere origine minerale. Valori elevati possono essere collegati a scarichi civili, industriali e allo spandimento di fertilizzanti clorurati e all’impiego di sali antigelo sulle piattaforme stradali. Possono inoltre derivare da processi di depurazione anche nei cantieri, dove viene utilizzato l’acido cloridrico (HCl) come correttore di pH, oppure derivano dal processo di potabilizzazione per aggiunta di ipoclorito di sodio NaClO, utilizzato per ossidare le sostanze presenti nell’acqua, liberando ossigeno, Cromo, Nichel, Zinco, sono metalli potenzialmente riferibili al traffico veicolare; cadmio e mercurio sono indicativi della classe di qualità dei corsi d’acqua correlabile alle possibilità di vita dei pesci. La presenza di alcuni metalli può essere inoltre correlata alle lavorazioni, in quanto presenti nel calcestruzzo (cromo) o tramite vernici, zincature e cromature. La presenza di oli e idrocarburi è riconducibile all’attività di macchine operatrici di cantiere, a sversamenti accidentali, al lavaggio di cisterne e automezzi e al traffico veicolare. La presenza di nitrati, nitriti, ammoniaca e BOD5 è direttamente riferibile ad inquinamento di tipo antropico e domestico (scarichi civili, presenza di campi cantiere). Caratterizzazione fisica, chimica e granulometrica dei sedimenti fluviali I rilievi sono finalizzati alla caratterizzazione delle dinamiche di trasporto solido in alveo, che avverrà sia tramite indagini di tipo fisico (valutazione della granulometria del sedimento di fondo, valutazione del trasporto solido in sospensione), sia di tipo chimico (analisi chimiche di laboratorio su sedimenti), sia di tipo morfologico (rilievi delle sezioni trasversali). La caratterizzazione prevede un rilevamento quali-quantitativo che, a seguito delle varie campagne di misura, permetterà di valutare le variazioni delle sezioni trasversali dei torrenti monitorati sia da un punto di vista morfologico che di caratterizzazione del sedimento a fondo alveo e di trasporto in sospensione. L’analisi consiste nella composizione di un documento suddiviso in quattro schede relative ai differenti aspetti delle problematiche legate alle dinamiche di trasporto fluviale. Le prime due schede sono costituite da un questionario di 12 domande relative alle condizioni delle sezioni fluviali e delle caratteristiche del fondo alveo. La scheda 3 è costituita dal certificato delle analisi chimiche di laboratorio effettuate sui sedimenti fluviali; infine la quarta scheda è relativa alla determinazione del trasporto solido in sospensione. Per quanto riguarda la scheda 1, si procede ad una caratterizzazione del territorio circostante e delle condizioni idriche per la sezione monitorata, fornendo indicazioni relative al substrato e alla struttura del fondo dell’alveo e alle caratteristiche delle sezioni trasversali e all’eventuale presenza di interventi antropici. La scheda 2 caratterizza il sedimento dell’alveo, classificando il tipo di fondo, la forma dei clasti (figura), la granulometria e la tipologia di dinamica di fondo (erosione o sedimentazione). Per la caratterizzazione del sedimento e della granulometria del fondo alveo, in corrispondenza della sezione trasversale di misura si procede all’individuazione di una griglia, con passo pari a p=b/10 dove b è la larghezza della sezione trasversale, con p>=0.2 m. In corrispondenza di ogni punto della griglia così definita verrà prelevato un campione rappresentativo di sedimento di cui verrà misurata la dimensione del diametro equivalente; i dati così rilevati verranno utilizzati per la stima del diametro medio d50, del diametro d60 e del diametro d10 (diametro efficace) al fine di calcolare il grado di uniformità U= d60/d10. Più è basso U più il terreno è uniforme: l’uniformità è massima per U=1; si parla di materiale uniforme fino a U=2, di materiale poco graduato fino a U=6; per valori superiori di materiale ben graduato e per U>15 di materiale decisamente ben graduato. Infine per quanto riguarda la classificazione del sedimento presente nella sezione trasversale e la suddivisione del terreno in gruppi e sottogruppi, si fa riferimento al sistema di classificazione unificato USCS (Unified Solid Classification System) riportato in Italia nelle raccomandazioni AGI (vedi tabella), limitatamente al sedimento con grana superiore a 1 mm (ghiaie e sabbie); per quanto riguarda il sedimento a grana fine si utilizzerà una versione semplificata del sistema di classificazione, limitando il dettaglio ad un’indicazione sulla presenza di limi e argille. Nel sistema USCS, sviluppato da Casagrande, le terre a grana grossa sono classificate sulla base della granulometria, mentre quelle a grana fine sulla base delle caratteristiche di plasticità. Le quattro maggiori suddivisioni riguardano: 1) le terre a grana grossa (ghiaie G e sabbie S); 2) le terre a grana fine (limi M e argille C); 3) le terre organiche (O); 4) la torba e altre terre altamente organiche (PI). Le sigle W e P indicano rispettivamente una granulometria ben graduata e una poco graduata; p costituisce la percentuale di materiale trattenuta al setaccio n. 4 ASTM (diametro d = 4,74 mm); WL indica il limite di liquidità. Si riporta la classificazione delle terre secondo il sistema USCS e di seguito la versione semplificata utilizzata nella presente analisi. 

Verrà infine fornita un’indicazione relativa alla forma delle particelle, valutando le relazioni tra le tre dimensioni di un oggetto. a = asse lungo, b = asse intermedio, C = asse corto. Le particelle possono essere di forma tabulare (disks), equidimensionale (spheroids), a bastone (rods) o a lama (blades) (vedi figura). 
Nella scheda 3, come già accennato, verranno riportati i risultati delle analisi chimiche di laboratorio (cromo, cadmio, rame, nichel, zinco, IPA, oli minerali con caratterizzazione mediante gascromatografia e IR) e nella scheda 4 la determinazione del trasporto solido in sospensione, con il dettaglio della distribuzione lungo la sezione trasversale del trasporto solido stesso. Si allega di seguito un esempio della scheda di caratterizzazione. 

Parametri biologici e fisiografici – ambientali Per quanto riguarda i parametri biologici, le popolazioni ittiche e di macroinvertebrati bentonici sono condizionate dagli ambienti fisici che le ospitano, le cui variazioni in termini morfologico-idraulici e fisico-chimici producono alterazioni nelle caratteristiche della distribuzione tipologica e quantitativa delle specie e, conseguentemente, modificazioni degli indicatori biologici. Le lavorazioni autostradali possono inoltre provocare modifiche ed alterazioni alla vegetazione perifluviale e alle caratteristiche morfologiche e conseguente perdita o diminuzione della salute ecologica dei corsi d’acqua. Tramite la determinazione di questi parametri si avrà quindi la possibilità di valutare lo stato ecologico dei corsi d’acqua e l’effetto di alterazioni ed inquinamenti delle acque sulle popolazioni di microrganismi. Vengono determinati i seguenti parametri: • Indice Biotico Esteso (I.B.E.) e/o Multi-habitat proporzionale (M.H.P.) • Indice di Funzionalità Fluviale (I.F.F.) L’I.B.E. è un indicatore dell’effetto della qualità chimica e chimico-fisica delle acque mediante l’analisi delle popolazioni di fauna macrobentonica che vivono nell’alveo dei fiumi. Esso si basa essenzialmente sulla diversa sensibilità agli inquinanti di alcuni gruppi faunistici e sulla ricchezza complessiva in specie della comunità di macroinvertebrati. L’IBE, oltre a permettere una valutazione delle caratteristiche complessive dei bacini idrografici e dell’impatto dell’attività antropica, fornisce un giudizio sintetico sulla qualità, e relative evoluzioni, dell’ambiente fluviale interessato dalle lavorazioni autostradali. Un corso d’acqua non inquinato è caratterizzato dalla presenza di specie sensibili all’inquinamento ed alla carenza di ossigeno, in quello inquinato invece riusciranno a vivere solo le specie più resistenti. Quindi la biodiversità dei macroinvertebrati dipende direttamente dalla qualità dell’acqua e dalla diversità e qualità del substrato, cioè dallo stato più o meno naturale del corso d’acqua. L’Indice Biotico Esteso, modificato da Ghetti nel 1997 consente di diagnosticare la Classe di Qualità (5 sono le classi indicate in numeri romani) di un corso d’acqua. L’I.B.E. classifica la qualità di un fiume su di una scala che va da 1 (massimo degrado) a 12-13 (qualità ottimale). Il nuovo Metodo MHP (Multi-habitat proporzionale), si basa su un approccio multihabitat, che prevede una raccolta dei macroinvertebrati in corsi d’acqua in linea con le richieste della legge europea 2000/60/EC. Tale raccolta, che deve essere effettuata con un retino Surber (un particolare tipo di retino che consente che permette di raccogliere gli organismi presenti in un’area delimitata da una cornice metallica rettangolare e quindi di dimensioni note) per habitat con profondità inferiori a 0.5m oppure con un retino immanicato nel caso di habitat caratterizzati da profondità maggiori di 0,5m, deve essere proporzionale all’estensione relativa dei diversi habitat osservati in un sito fluviale. La presenza degli habitat nel sito di campionamento oggetto d’indagine deve essere stimata prima di procedere al campionamento stesso. I macroinvertebrati bentonici sono caratterizzati da una limitata mobilità, da un lungo ciclo vitale, dalla presenza di gruppi con differente sensibilità alle cause di alterazione e da molteplici ruoli nella catena trofica. Inoltre la relativa facilità di campionamento e di identificazione di questi organismi, e la loro ampia diffusione nei corsi d’acqua, rendono i macroinvertebrati bentonici particolarmente adatti all’impiego nel biomonitoraggio e nella valutazione della qualità dei fiumi. La maggior parte delle popolazioni di invertebrati bentonici é soggetta a cicli vitali stagionali; pertanto, per poter correttamente definire la composizione tassonomica di un sito, le abbondanze degli individui e la diversità, le stagioni di campionamento devono essere chiaramente stabilite (si ricorda tuttavia che la stagione di campionamento più adatta è soprattutto legata al tipo fluviale in esame). Va evitato il campionamento in una o più delle seguenti situazioni: durante o subito dopo eventi di piena; - durante o subito dopo periodi di secca estrema; per impedimenti a causa di fattori ambientali nella stima dell’estensione relativa degli habitat (ad esempio in caso di elevata torbidità). In quest’ultimo caso, se il campionamento viene effettuato egualmente, è possibile segnalare sulla Scheda che il campionamento è avvenuto in condizioni non ottimali per la corretta quantificazione della presenza dei diversi microhabitat. Il sito campionato deve essere rappresentativo di un tratto più ampio del fiume in esame cioè, se possibile, dell’intero corpo idrico come previsto dalla Direttiva 2000/60.La procedura di campionamento richiede un’analisi della struttura in habitat del sito e pertanto, dopo aver selezionato la sezione migliore procedendo con il riconoscimento e la descrizione dei microhabitat, si procede al campionamento. Questo deve essere iniziato dal punto più a valle dell’area oggetto d’indagine proseguendo verso monte, in modo da non disturbare gli habitat prima del campionamento. Il “Protocollo di campionamento dei macroinvertebrati bentonici dei corsi d’acqua guadabili” (predisposto dall’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i Servizi Tecnici in stretta collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare) definisce le tecniche di campionamento da adottare anche in base al tipo di habitat e di substrato. Una volta raccolto il campione si procede in campo all’identificazione dei taxa. In genere il campione può essere smistato in toto sul campo. Gli individui raccolti tramite rete vengono trasferiti in vaschette e quindi si procede allo smistamento e alla stima delle abbondanze dei diversi taxa. In generale si richiede il conteggio preciso degli organismi fino alla soglia dei dieci individui. Per i taxa il cui numero di individui superi tale soglia si ritiene praticabile fornire direttamente un’indicazione della stima mediante conteggio approssimativo, anziché limitarsi a valutare solo la classe di abbondanza. Per gli organismi che richiedono controlli o approfondimenti tassonomici, sarà necessaria una verifica in laboratorio. In generale il metodo MHP garantisce un’efficienza di cattura superiore al metodo IBE (Indice Biotico Esteso), permettendo così il riconoscimento di un maggior numero di taxa e una miglior definizione della struttura della comunità degli invertebrati bentonici. Con riferimento ai metodi sopra descritti si propone, nell’ambito del monitoraggio, l’affiancamento del metodo MHP per un periodo di un anno al metodo IBE in quanto quest’ultimo non è più contemplato dalla normativa tra i criteri tecnici per la classificazione, venendo sostituito dal sistema MacrOper o MHP. In particolare il metodo MHP è stato approvato tramite il Decreto Ministeriale 8/11/2010 n° 260. Tale concomitanza servirà a valutare, in seguito ai risultati ottenuti, se tali metodiche risultano equivalenti. In caso affermativo per il futuro monitoraggio della tratta sarà possibile applicare solo quella più recente (metodo MHP) approvata dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio. L’Indice di Funzionalità Fluviale (I.F.F. – APAT 2007) è un metodo di valutazione dello stato di salute ecologica degli ambienti fluviali, basato sull’analisi speditiva dei parametri morfologici, strutturali e biotici dell’ecosistema preso in considerazione. E’ un metodo di indagine ambientale per il controllo e il monitoraggio ecologico degli ambienti fluviali a scopo di tutela degli stessi. Il periodo di rilevamento più idoneo per un’applicazione corretta è quello compreso tra il regime idraulico di morbida e quello di magra, e comunque in un periodo di attività vegetativa. L’indice consiste in una scheda di 14 domande suddivise nei seguenti gruppi funzionali: condizioni vegetazionali delle rive e del territorio circostante, ampiezza relativa dell’alveo bagnato e struttura fisica e morfologica delle rive, individuazione delle tipologie che favoriscono la diversità ambientale e la capacità di autodepurazione di un corso d’acqua, caratteristiche biologiche attraverso analisi della comunità macrobentica e macrofita e della conformazione del detrito). Il valore di IFF finale permette di valutare lo stato complessivo dell’ambiente fluviale e la funzionalità del corso d’acqua (9 classi da ottimo a pessimo). Il tratto fluviale analizzato sarà sufficientemente esteso per individuare eventuali alterazioni e modifiche indotte dalle lavorazioni autostradali ed interesserà, per ogni corso d’acqua, sia il tratto a monte che a valle dell’interferenza autostradale. Questi parametri (I.B.E, MHP. e I.F.F.) forniscono risposte sugli effetti di condizionamento ambientale a medio-lungo termine e consentono di eseguire estrapolazioni per ricercare le caratteristiche ottimali di riferimento per l’ambiente fluviale nel suo complesso.
Monitoraggio in continuo Il PMA prevede l’utilizzo di strumentazione in continuo in corrispondenza di alcuni dei siti monitorati a valle dei cantieri. Stazioni idrometriche e di qualità dell’acqua Si tratta di stazioni finalizzate al controllo in continuo di punti particolarmente critici nel corso dei lavori. Saranno pertanto installate prevalentemente a valle delle aree di cantiere a maggior rischio di interazione con i corsi d’acqua e mantenute per il solo periodo dei lavori o di esecuzione delle attività a rischio. Queste stazioni sono state studiate con il criterio di rendere le opere civili di supporto e protezione degli impianti strumentali minime e facilmente adattabili alle caratteristiche dei siti di installazione. L’impianto strumentale è inoltre semplificato e flessibile, essendo costituito da sonde di parametri chimico-fisici (singole o multiparametriche) e campionatori automatici. Saranno sempre installati i sensori-base: • H – livello idrometrico; • T – temperatura dell’acqua; • pH – concentrazione ioni idrogeno; • COND – conducibilità elettrica specifica; • Torbidità. Ogni stazione verrà dotata di campionatore automatico asservito ai sensori per il prelievo dei campioni. Un software specifico è preposto all’acquisizione locale dei dati ed alla teletrasmissione. In abbinamento alla registrazione dei dati e alla loro teletrasmissione verrà predisposto un sistema di allertamento in tempo reale, in grado di segnalare il valore critico di uno o più parametri mediante l’invio di un messaggio di allarme tramite SMS all’unità di acquisizione centrale e a numeri di telefoni cellulari. I valori delle soglie che in caso di superamento determinano la teletrasmissione del segnale verranno impostati sulla base delle osservazioni dirette riscontrate in condizioni naturali nel corso delle operazioni di monitoraggio ante operam ed in funzione dei limiti legislativi di riferimento. Al persistere nel tempo delle condizioni di allarme verrà eseguito automaticamente un prelievo dal campionatore. Il campione verrà successivamente prelevato da un operatore ed eventualmente inviato ad un laboratorio per analisi specifiche. Ad integrazione dei dati rilevati tramite stazioni in continuo e campagne, si farà riferimento ai dati meteo-climatici registrati mediante apposite centraline previste per il monitoraggio della componente atmosfera. Per la strumentazione idrometrica si potrà fare riferimento alla normativa ISO in materia: ISO 1100/1-1982 Mesure de débit des liquides dans les canaux découverts – Partie 1: Ếtablissements et exploitation d’une station de jaugeage. ISO 1100/2-1982 Mesure de débit des liquides dans les canaux découverts – Partie 2: Détermination de la relation hauteur-débit. ISO 4373-1979 Mesure de débit des liquides dans les canaux découverts. Appareils e mesure de niveau de l’eau. ISO 6418-1985 Mesure de débit des liquides dans les canaux découverts. Compteurs ultrasoniques (acoustiques) de vitesse. ISO 6419/1-1984 Systèmes de trasmission de données hydrométriques. Partie 1 : Généralités. 
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